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Sono passati venticinque anni dalla prima edizione (su dati 1982) del "Rapporto sul risparmio e sui risparmiatori in Italia". Nel 2007, dopo un quarto di secolo, la ricerca della sicurezza, le incertezze sulla pensione, l'amore per il "mattone" e la scarsa cultura economico-finanziaria continuano a rappresentare punti fermi del quadro tratteggiato dall'indagine. È profondamente cambiato invece quello che Francesco Cesarini e Giorgio Rota, introducendo la prima edizione, chiamavano "l'ambiente esterno" del risparmio e delle scelte dei risparmiatori. Nel 1982 l'inflazione in Italia si avvicinava al 17 per cento, la crescita reale era nulla, il rapporto tra deficit e PIL superava i 16 punti percentuali, la disoccupazione raggiungeva il 9 per cento, il tasso di sconto il 18 per cento, il debito pubblico era pari al 70 per cento del PIL. A un quarto di secolo di distanza, i numeri, pur molto migliorati, dell'economia italiana restano preoccupanti soprattutto dal punto di vista della competitività e della produttività. E ciò si riflette nell'insicurezza dichiarata dai risparmiatori, costretti come sono a confrontarsi con la grande novità dell'"ambiente esterno" di oggi, ossia la globalizzazione dell'economia, della finanza, delle opportunità di impiego dei risparmi.